Negozianti, parrucchieri, titolari di bar e ristoranti hanno proseguito anche ieri, mercoledì 29 aprile, la loro particolare forma di protesta verso il nuovo DPCM che non prevede la riapertura delle loro attività con l’inizio della “Fase 2”, lunedì 4 maggio, ma l’1 giugno.
Luci accese simbolicamente nei bar e nei ristoranti, e chiavi degli esercizi commerciali consegnate ai sindaci, come è accaduto anche a Milano.
Davanti a Palazzo Marino, in mattinata, una delegazione in rappresentanza di imprenditori, commercianti, parrucchieri, barbieri, ristoratori e sale cinematografiche ha consegnato 2mila chiavi dei loro negozi al sindaco Giuseppe Sala.
“Non sappiamo se riusciremo a riaprire a giugno perché non sono chiare nemmeno le regole. Abbiamo subito cali di fatturato del 70% e dovremo investire per adeguare le nostre attività a nuove misure di sicurezza. Noi viviamo di convivialità e al momento non sappiamo nemmeno se una famiglia di quattro persone può stare seduta insieme al tavolo di un bar, o di un ristorante. Anche sui dispositivi di protezione non c’è chiarezza”, ha detto Alfredo Zini, il promotore della manifestazione, ristoratore.
Analoghe manifestazioni si sono svolte anche in altre città d’Italia, come a Portofino e a San Giovanni Rotondo. Flash-mob in Liguria, in Puglia e anche a Roma.