Preoccupante il numero delle attività commerciali che sono state costrette a chiudere i battenti, nelle città, come nelle periferie, secondo quanto rilevato dalla Commercio-Imprese, che nelle scorse ore si è riunita in assemblea a Roma, per fare il punto della situazione.
“Il ruolo economico e sociale del commercio, dei servizi di prossimità sempre più si scontra col preoccupante fenomeno delle chiusure delle attività nelle città, dai centri storici alle periferie. La riduzione del numero di negozi, negli ultimi undici anni, ha addirittura superato in alcuni territori il 25%”, ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, intervenuto all’assemblea generale della confederazione.
Secondo lo stesso, il rischio della “desertificazione commerciale” è come una ferita per i cittadini, cui trovare la cura.
All’assemblea hanno partecipato anche ministro delle Imprese Adolfo Urso, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha detto: “Il commercio, radice tra le più antiche della civiltà europea, costituisce un pilastro del modello sociale del continente, oltre che un motore decisivo, imprescindibile, dell’economia. Il commercio è libertà. E’ veicolo di libertà. Libertà di fare. Libertà di scambio. Libertà di impresa. Di scelta per i consumatori. Volontà e capacità di corrispondere ai bisogni delle persone, delle famiglie”.