Container di via Jucker: è quella l’inclusione? La domanda è diretta, posta al Consiglio comunale di Legnano, che si è svolto martedì 25 ottobre, dal consigliere Marinella Saitta, del Movimento 5 Stelle.
Era quella la soluzione di cui tanto si è parlato per le famiglie rom in città? Un campo recintato, dove le condizioni igieniche e sanitarie non presentano alcuno spunto di garanzia per chi vi abita, uomini, donne e numerosi bambini.
“Vorrei proprio sapere se il progetto finale era quello che abbiamo sotto gli occhi: il degrado totale. Il campo di via Jucker, dove sono state trasferite le famiglie rom che prima abitavano nei boschetti del San Paolo, è abbandonato al degrado più totale. A cosa è servito spostarli lì? Siamo preoccupati per le condizioni igienico-sanitarie in cui stanno vivendo quelle persone e tra loro ci sono anche tanti bambini. Era questo il Patto?”, ha chiesto il consigliere facendo riferimento al Patto sulla sicurezza e l’inclusione, condiviso dall’Amministrazione comunale e da più associazioni del territorio.
L’impegno da parte di tutti era fornire aiuti alle famiglie rom che, dal canto loro, avrebbero accettato di lasciare la vita nomade nei campi per intraprendere un percorso di inclusione, e passare a vivere stabilmente a Legnano. Bambini a scuola, adulti progressivamente inseriti nel mondo del lavoro.
Può essere che i processi di inclusione anche lavorativa siano lunghi, è stato osservato, ma in quel campo mancano la pulizia, il decoro, l’igiene e queste condizioni di vita potrebbero mettere a rischio non soltanto la comunità rom, ma l’intera città.