“E’ stata scritta una pagina di giustizia e di verità da parte della Corte di Appello di Roma, per tutti i familiari delle vittime che hanno compreso che la morte dei loro cari non deriva da un terremoto eccezionale: il terremoto non è stata espressione di una natura matrigna, ma ci sono precise concause umane”, è il commento delll’avvocato Wania della Vigna, che ha difeso una quarantina di cittadini costituitisi come parte civile, nel processo d’appello conclusosi nelle scorse ore, che finisce con la conferma delle condanne dei due imputati a processo, per il crollo di due palazzine ad Amatrice nel terremoto del 24 agosto del 2016.
La Corte d’Assise di Appello ha condannato a nove anni di carcere Ottaviano Boni, l’ex direttore tecnico dell’impresa costruttrice Sogeap, e a cinque anni Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio, per crollo colposo, disastro, lesioni ed omicidio colposo plurimo.
Le indagini hanno fatto chiarezza sulla prova che le palazzine crollate, ex Aler, erano state costruite illecitamente senza il rispetto della normativa antisismica.