Nessuna inversione di marcia per il destino dello stabilimento farmaceutico Teva di Nerviano, che sarà chiuso tra l’anno prossimo e il 2024.
A nulla sono valsi confronti ed incontri, come l’ultimo tenutosi venerdì 22 luglio negli uffici di Regione Lombardia: l’azienda chiuderà e lascerà a casa 293 lavoratori. A nulla sono valse le proteste degli stessi, inscenate nei giorni scorsi anche lungo la statale del Sempione, e l’interessamento del Consiglio comunale di Nerviano: la Teva chiuderà secondo un processo graduale di smantellamento, che avrà inizio a gennaio del 2023, per ragioni commerciali, come spiegato dall’azienda.
I dipendenti saranno tutti licenziati, la maggior parte dall’1 gennaio prossimo.
Per settembre è stato chiesto dai sindacati, che seguono la vertenza dei lavoratori Teva, un incontro al MISE, il Ministero dello Sviluppo Economico, per valutare le modalità del piano licenziamenti e la possibilità che si cerchi un compratore per l’impresa. Nelle richieste ribadite dai rappresentanti di Filctem CGIL Ticino Olona, la reindustrializzazione del sito produttivo e la massima occupazione, in difesa dei lavoratori.