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Caprotti vende Esselunga. Il motivo toccante (non è per soldi)

Troppi i guai in famiglia perché Bernardo Caprotti si convinca a lasciare con serenità tutto il gruppo Esselunga ai suoi naturali eredi in famiglia. Le beghe – vinte – dal patron 91enne della nota catena di supermercati con i figli del primo matrimonio, Giuseppe e Violetta, in rottura anche con l’altra figlia Marina, avuta dall’attuale moglie Giuliana Albera, non sembrano permettere una prospettiva tranquilla per una futura governance del gruppo con una spartizione consensuale dell’eredità. Per questo da diverse settimane, Caprotti senior ha deciso di valutare le diverse offerte che grandi gruppi internazionali della grande distribuzione stanno facendo arrivare sulla sua scrivania.

Il prossimo 12 settembre, scrive Repubblica, il Consiglio di amministrazione darà mandato alla banca d’affari americana Citigroup per selezionare tutte le manifestazioni di interesse che vogliono rilevare la quota di controllo del gruppo Esselunga. Da una valutazione che comprende anche gli immobili di proprietà, l’impero di Caprotti oscilla tra i 4 e i 6 miliardi di euro, debiti compresi.
Scopri un nuovo punto di vista.

Tra gli aspiranti acquirenti già da fine agosto è comparso il gruppo Blackstone, che vorrebbe acquisire il 60% di Esselunga, con un’opzione sul restante 40% se Caprotti decidesse di vendere proprio tutto o se qualcosa andasse storto nel rapporto di fiducia tra le due parti. La società finanziaria americana però ha sollevato qualche perplessità sulle proprietà immobiliari del gruppo, alle quali potrebbe essere meno interessata. Ci sarebbe anche l’ipotesi di scorporare le due aree, ma nel frattempo resta più interessante l’offerta di Cvc, pronta a proporre un’offerta per il pacchetto completo.

I prossimi a spedire la propria busta potrebbero essere anche gli americani di Walmart, che da tempo sondano il mercato italiano in cerca di occasioni. Già nel 2004 avevano bussato alla porta di Caprotti, ma con gli ampi margini di guadagno che il gruppo vantava allora – e mantiene tutt’oggi – il patron tenne la sua creatura tutta per sé. C’era stato anche un interessamento del gruppo Carrefour, che a questo punto potrebbero ingaggiare una gara con i colossi concorrenti. Il patron di Esselunga ha comunque tutte le intenzioni di passare la mano al più presto, non tanto per monetizzare il lavoro di una vita, ma per dare un futuro al suo gruppo e ai suoi dipendenti, con i quali il legame è sempre stato di fortissimo affetto.

FONTE (LIBERO)

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