Giobia, gioebia, giöbia, gioeübia, giôbia. La vecchierella impagliata e fatta ardere per scacciare i rigori dell’inverno ha sempre stimolato la fantasia dei bustocchi. A cominciare dalla grafia che, in barba ai tentativi di individuare la forma corretta, produce sempre un gran proliferare di versioni, spesso improbabili e fantasiose. Dalla linguistica al pupazzo di stracci e cartapesta il passo è breve. Quest’anno in piazza Santa Maria si contano sei giobie. La più grande è quella della Famiglia Bustocca. Non poteva essere altrimenti. Rappresenta il sindaco Gigi Farioli un poco dimagrito, ma pur sempre enorme, nell’atto di abbracciare la sagoma della vecchierella. Il vero Farioli non poteva mancare di tributare un saluto mattutino al suo pupazzo. Quelli del Quarantacinque giocano con i numeri e celebrano i 150 anni dell’elevazione di Busto a città. Il movimento giovani padani veste il premier Renzi e la ministro Boschi da membri della Banda Tassotti. La classe del ’47 dedica la giobia ai nonni, mentre il Cai mette tutti sul pulmino in direzione delle piste di sci sui monti innevati. Da segnalare anche le giobie dei vari istituti comprensivi della città e dell’Ite Enrico Tosi, realizzata con la collaborazione dell’associazione nazionale vigili del fuoco, sezione varesina.
Carlo Colombo