Un’agguerrita e organizzata “batteria” di ladri di elevato profilo criminale, smascherata dagli investigatori del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio, si è vista presentare il conto dalla Giustizia sotto forma di informazioni di garanzia e avvisi di conclusione delle indagini emessi dalla Procura della Repubblica di Milano (Sostituto Dott. Giovanni Polizzi).
Le indagini svolte dai poliziotti di via Candiani, iniziate nel 2012 e proseguite fino al 2016, hanno infatti portato alla luce un’associazione per delinquere, composta da 8 persone affiancate da altri 2 complici, assiduamente dedita alla consumazione di furti di autocarri e all’interno di siti aziendali e alla ricettazione e riciclaggio della merce rubata.
Il tipico modus operandi dell’organizzazione consisteva nel rubare la motrice e il rimorchio di autocarri, che venivano poi utilizzati per caricare la merce sottratta dai magazzini di aziende individuate di volta in volta. I furti erano preceduti da attenti sopralluoghi per studiare le misure di difesa passiva dei siti, talvolta addirittura provocando deliberatamente l’attivazione dei sistemi di allarme per testare i tempi di intervento delle Forze dell’Ordine o delle guardie private. Di notte la banda raggiungeva l’obiettivo così selezionato e ciascun associato svolgeva il compito che gli era stato assegnato: vi era chi fungeva da palo lungo le vie d’accesso alla ditta per segnalare l’eventuale arrivo di pattuglie, chi forzava gli ingressi, abbatteva i muri divisori e neutralizzava gli antifurti, chi materialmente asportava la merce caricandola sull’autocarro anch’esso rubato e chi infine guidava il mezzo pesante con il carico illecito fino al deposito.
Le indagini ebbero inizio il 17 novembre 2012 quando la squadra investigativa del Commissariato di Busto Arsizio, dopo aver acquisito una notizia confidenziale, sorprese e arrestò in flagranza di reato due dei criminali che, poco dopo aver consumato un furto di carrelli elevatori, decespugliatori e raddrizzatori di corrente – per un valore complessivo di circa 300.000 Euro – in un’azienda di Settimo Milanese, stavano parcheggiando motrice e rimorchio (rubati rispettivamente a Sizzano (NO) e Busto Arsizio) con la refurtiva nella zona industriale di Gallarate. Era stato subito chiaro ai poliziotti che i due arrestati non avevano agito da soli, ma facevano parte di una più articolata organizzazione criminale.
La Polizia di Stato, che da quel momento ha iniziato una discreta attività di indagine individuando via via i vari associati e i loro obiettivi, è nuovamente intervenuta lo scorso 10 gennaio, quando le circostanze hanno consentito di sorprendere e cogliere sul fatto, arrestandoli, quattro degli associati subito dopo che, con altri due occasionali complici, avevano consumato un furto con scasso all’interno di una ditta di Colverde (CO) dalla quale avevano rubato 225 borse griffate per un valore di circa 55.000 Euro.
Tra i singoli colpi attribuiti alla banda vi sono anche il tentato furto di un autocarro con il carico di materiale plastico in una ditta di Dairago, il tentato furto di tessuti in una azienda di Inveruno e il furto di tessuti per un valore di circa 60.000 Euro in un capannone ancora a Dairago.
A uno dei complici viene infine attribuita una falsa attestazione, diretta all’Autorità Giudiziaria, col la quale mentendo ha dichiarato di aver assunto alle proprie dipendenze uno dei principali indagati, al solo scopo di fargli ottenere benefici dal Tribunale di Sorveglianza.