E’ successo questa mattina, martedì 14 febbraio, attorno alle 10 all’aeroporto dei jet privati di Malpensa: una ventina di attivisti dei movimenti Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Scientist Rebellion Italia hanno inscenato una protesta non violenta contro tale tipologia di velivoli.
Come spiegato via social dagli stessi manifestanti, sono stati incollati dei fogli divulgativi sui consumi dei jet privati e dell’aviazione, all’esterno del terminal di Malpensa Prime, e una decina di persone sono entrate all’interno dello spazio aereo, dopo aver avvertito la sicurezza dell’aeroporto, con l’intenzione di incollarsi nello spazio di manovra dei jet privati per impedirne la partenza.
“In tutto il mondo oggi si stanno svolgendo azioni nonviolente all’interno della campagna #MakeThemPay, che si rivolge in particolare all’aviazione e a chi utilizza i jet privati.
Le richieste della campagna sono quelle di abolire i jet privati, tassare chi viaggia spesso in aereo, secondo la logica per cui chi inquina di più dovrebbe pagare in maniera proporzionata ai viaggi fatti e alla produzione di gas climalteranti prodotta, ed infine di utilizzare i soldi derivati da queste tasse per finanziare i fondi per le compensazioni per la giustizia climatica, come il fondo Loss and Damage ed aiutare i paesi più affetti dalla crisi eco-climatica.
Volare è il modo più rapido per produrre gas climalteranti, è il pinnacolo delle diseguaglianze economiche e sociali e l’espansione di aeroporti e dell’industria dell’aviazione si basa principalmente su soluzioni “green” che non è possibile attuare ora in maniera significativa per contrastare la crisi eco-climatica. Gli scienziati sono molto chiari nel dire che occorre smetterla di bruciare combustibili fossili il prima possibile, e l’industria dell’aviazione rappresenta da sola il 3% delle emissioni globali di Co2. Ė necessario intraprendere azioni concrete verso la decarbonizzazione dell’industria dell’aviazione. Ė necessario farlo ora”, il messaggio diffuso dagli attivisti.