Sono cominciate un po’ ovunque in questi giorni le celebrazioni di Sant’Antonio abate, che ricorre mercoledì 17 gennaio, nelle città, nei paesi, dove tradizionalmente ci si ritrova, seguendo l’invito di associazioni, pro loco e Comuni, tutti insieme davanti ai falò dedicati al santo.
Campetti, cortili, piazze si attrezzano per accendere la pira, attorno cui si canta, si danza, si sosta anche in silenzio, per riflettere sull’anno nuovo e sull’anno vecchio, tra buoni propositi e desideri.
Nei Comuni dove si da vita al Falò di Sant’Antonio, sono diffusi in questi giorni gli annunci dove poter assistere allo spettacolo delle fiamme che bruciano mobili vecchi, cassette, tronchi secchi, e rinnovano il gesto consueto della “purificazione”, tra sacro e profano.
A Varese il falò sarà acceso martedì 16 gennaio alle 21, in piazza della Motta; a Nerviano il falò sarà acceso alle 21 mercoledì 17 alle ore 18.30, all’area sagra di via Lazzaretto; mercoledì alle 20 il Falò di Sant’Antonio brucerà a Corbetta, in via Calatafimi, per citarne qualcuno.
Una raccomandazione: che nessuno davanti a qualunque falò dimentichi di gettare nel fuoco i propri desideri, come vuole la consuetudine popolare, scritti su un bigliettino. Le fiamme li porteranno via con sé, per avverarli nel corso del nuovo anno. Tentar non nuoce, recita un detto: non si sa mai.