I Carabinieri di Laveno Mombello sono riusciti a rintracciare, ed arrestare, i tre soggetti ora indagati per l’aggressione al capotreno di un convoglio delle Ferrovie Nord, che a dicembre scorso è stato vittima di una violenta aggressione.
Come si legge in una nota, diffusa dall’Arma, all’epoca dei fatti il capotreno, al termine del servizio, mentre stava ispezionando i vagoni per il fine corsa, aveva notato i tre malviventi ancora all’interno di una carrozza mentre, per puro spirito vandalico, avevano azionato il sistema antincendio di bordo, provocando la fuoriuscita del liquido estinguente con conseguente imbrattamento del vagone. Il capotreno, dopo aver contestato ai tre l’inspiegabile gesto e nel mentre era intento a chiedere aiuto al 112, è stato aggredito e spintonato, atterrato e poi colpito con pugni e calci. I tre hanno anche sottratto al capotreno il portafoglio, il telefono e le chiavi del treno, per poi allontanarsi velocemente dal luogo. In seguito all’aggressione, il lavoratore ha riportato tumefazioni ad uno zigomo ed una ferita lacerocontusa al labbro, venendo giudicato guaribile in quindici giorni.
Sulla vicenda, che ha creato non poco allarme sociale, e non soltanto locale, sono state avviate serrate indagini da parte della stazione Carabinieri di Laveno Mombello, intervenuti immediatamente dopo la chiamata al 112. I militari hanno così attivato ogni canale investigativo e scandagliato ogni telecamera utile per l’identificazione dei tre autori del vile e brutale gesto, giungendo a dargli, senza ombra di dubbio, un nome e un cognome, e quindi raccogliere sul loro conto gravi indizi di colpevolezza per le ipotesi di reato di rapina, violenza e minaccia a un incaricato di pubblico servizio, e danneggiamento aggravato.
Per due di loro, un cittadino di origine brasiliana, residente a Gemonio e un cittadino di origine rumena, residente nella stessa Laveno Mombello, è scattato, al termine delle indagini, l’arresto e il trasporto alla casa circondariale “Miogni” di Varese. Il terzo, per il quale non sono in atto misure cautelari, è stato invece identificato successivamente attraverso confronti e riscontri video-fotografici ed è stato denunciato a piede libero.