I primi avvistamenti, nei giorni scorsi sono stati al Parco Castello di Legnano: l’insetto denominato Takahashia Japonica sta infestando diverse specie arboree ed arbustive del parco pubblico, e di altre aree verdi cittadine, non passando inosservato con gli ovisacchi bianchi di struttura cerosa che sembrano degli anelli e che, depositati dalle femmine sui rami, contengono le uova del parassita, in attesa che si schiudano.
Tra le piante attaccate al momento ci sono i carpini e l’acero americano, ma anche i gelsi, e i liquidambar, come spiegato da AMGA spa, che si occupa della manutenzione del verde pubblico per conto del Comune, ma si tratta di un insetto non pericoloso per l’uomo e non sembra letale neppure per le piante che attacca.
“Poiché la Takahashia Japonica non è un organismo da quarantena (a differenza, ad esempio, della ben più nota Anoplophora Chinensis), contro la stessa non è prevista la lotta obbligatoria.
Nelle aree urbane utilizzare insetticidi efficaci sarebbe, evidentemente, complicato e poiché i trattamenti non si rivelerebbero comunque risolutivi, occorrerebbe intervenire più volte l’anno, tutti gli anni. Al momento, non esistono peraltro principi attivi o prodotti chimici specifici e testati ufficialmente.
I trattamenti meccanici (che consistono nell’asportazione dei rami più bassi), avrebbero, invece, un effetto principalmente estetico, considerando che si andrebbe ad asportare l’insetto solo parzialmente. AMGA sta tenendo monitorata la situazione, in attesa di ricevere indicazioni ufficiali da parte degli enti preposti: uno per tutti, il Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia.