È cominciata di nuovo la stagione in cui il parassita di origine asiatica Takahashia japonica torna ad infestare gli alberi di Rho e di molte altre città del Milanese. La Lega di Rho prende iniziativa e da un lato invita la cittadinanza a prestare attenzione, seguendo le linee guida del Sistema Fitosanitario Regionale, mentre esorta il Comune ad intervenire prima che l’insetto si diffonda troppo, arrecando gravi danni al verde pubblico.
“Takahashia japonica è un parassita originario del Giappone e diffuso anche in Cina, Corea del Sud e India, ma la sua prima apparizione in Europa risale al 2017 in un parco comunale nel 2017 a Cerro Maggiore. Da quel momento ha cominciato a diffondersi per lo più su alberi ornamentali quali Liquidambar, Acero, Carpino, Gelso. È facilmente riconoscibile grazie ai caratteristici ovisacchi dall’aspetto cotonoso e tubolari che formano anelli lunghi da 4 a 5 cm di colore bianco. Le piante vengono infestate tra fine aprile ed inizio maggio e la schiusa delle uova è prevista a fine maggio. Sono proprio le neonate neanidi a provocare disseccamento di foglie, giovani rami, germogli delle foglie ma soprattutto delle gemme fiorali, di conseguenza non c’è produzione dei frutti. Il controllo di tale parassita risulta problematico per la scarsa conoscenza della sua biologia, quindi al momento non esistono fitofarmaci specifici e testati ufficialmente. L’unica misura da prendere nel caso di un’infestazione circoscritta è la distruzione fisica tramite potatura delle porzioni di alberi interessate”, spiega Andrea Pellegrini, responsabile di sezione per le tematiche ambientali.
Dal canto suo la Lega Rho, ha intenzione di mobilitare simpatizzanti per diffondere le linee guida riportate sul sito ufficiale del servizio fitosanitario di Regione Lombardia, già in prima linea per salvaguardare le piante locali dal parassita stagionale, come ha detto Christian Colombo, consigliere comunale. E ancora lui: “ Soprattutto stiamo protocollando un’interrogazione diretta alla giunta comunale rhodense per far sì che intervenga prima delle schiusa delle uova affinché non si diffonda sul resto del parco del PLIS e in altre aree verdi della città. Già lo scorso anno siamo intervenuti con un’analoga richiesta e abbiamo sperato che il Comune attivasse gli strumenti necessari a prevenire una nuova preoccupante diffusione. Inoltre, Rho è anche Comune capofila del Parco di Interesse Sovracomunale del Basso Olona, e dovrebbe essere in prima linea nella tutela del nostro patrimonio floreale. La convenzione con gli altri tre Comuni che gestiscono l’area, però, è scaduta da mesi e siamo preoccupati che questa inadempienza possa causare rallentamenti nella caccia al parassita in un parco che dovrebbe essere sempre più valorizzato”.