Commenti duri, amarissime considerazioni sono quelle emerse già ieri, lunedì 7 novembre, dalle prime relazioni sul clima esposte al vertice COP27, in corso in Egitto. L’allarme delle Nazioni Unite ha risuonato inequivocabile, a proposito delle ricadute sul pianeta della deriva già cominciata, se non si correrà ai ripari con azioni mirate di cooperazione e di solidarietà. “Cooperare sul clima o morire: il mondo rischia un suicidio collettivo”, ha detto il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ai leader riuniti a Sharm el Sheikh.
Guterres ha invitato USA e Cina, i Paesi che emettono ancora oggi le maggiori quantità di CO2 nell’aria, a lavorare insieme per il bene del clima, come anche le economie emergenti: un must per tutti la riduzione delle emissioni. Da qui il progetto di stringere un patto di “solidarietà climatica”, a livello mondiale, per sostenere anche gli Stati con maggiori difficoltà economiche a mettersi al passo con le politiche pro clima, anche per non vanificare gli sforzi compiuti dagli altri.
Necessario lo stop all’impiego del carbone entro il 2030 per i Paesi più ricchi, entro il 2040 per gli altri. Guterres ha avanzato la richiesta di imporre una tassa sugli extra profitti delle compagnie di combustibili fossili.
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che sta partecipando ai lavori di COP27, ha sottolineato l’importanza della collaborazione per il clima, assicurando che l’Italia farà la sua parte.