Ha avuto inizio oggi, giovedì 22 giugno al Parco Castello di Legnano, un importante intervento di riqualificazione arborea.
Come illustrato da AMGA Spa, gestore del progetto, circa cento alberi del Parco, in particolare abeti e pini bianchi, presentano uno stato di completo disseccamento e dovranno, pertanto, essere rimossi: è prevista, ovviamente, un’attività di compensazione, che sarà effettuata nel prossimo autunno, periodo favorevole per la messa a dimora, con nuovi esemplari dell’altezza di circa 4 metri e circonferenza di 18-20 cm.
Come indicato dalle transenne e dalla cartellonistica già posizionata in loco, i giardinieri si concentreranno sugli abeti accolti nell’area ubicata immediatamente sulla destra, dopo il cancello dell’ingresso dal sottopasso. I lavori proseguiranno sul lato strada, per spostarsi successivamente verso l’interno del parco. Per tutto il periodo di attività dei giardinieri il parco non chiuderà al pubblico.
Oltre agli abbattimenti, la squadra provvederà alla manutenzione di quegli alberi che presentano le chiome parzialmente disseccate e che risultano diffusamente presenti nel bosco di conifere e di latifoglie ubicato nella zona Sud-Ovest. Al fine di arrecare il minor disturbo possibile alla fauna del parco, durante le operazioni di taglio e pulizia sarà posta grande attenzione per ridurre le emissioni acustiche e le vibrazioni.
Come spiegato dagli agronomi, la rimozione delle piante morte e la messa a dimora di quelle nuove (delle specie rovere, farnia, ontano nero, carpino bianco, frassino maggiore e tiglio, ma anche piante da frutto, quali meli e ciliegi selvatici), contribuiranno non soltanto a riqualificare e risanare il polmone verde legnanese, ma produrranno anche un vantaggio a livello ambientale, in termini di fissazione della C02, di produzione di ossigeno e di captazione delle polveri sottili: i cento nuovi alberi avranno, infatti, il potere di assimilare circa 10 tonnellate annue di anidride carbonica e di captare ogni anno ben una tonnellata di poveri sottili.
Per le zone di nuova piantagione, il progetto prevede di realizzare un impianto d’irrigazione autonomo, rispetto alla rete idrica comunale, che utilizzerà acqua non potabile di prima falda, con l’intento di rendere il parco autosufficiente sotto il profilo idrico.