La “parola d’ordine” per il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, è “essere pronti”, ma no ad un nuovo lockdown, nemmeno di tipo parziale, delle attività produttive.
E’ quanto, in sintesi, è stato espresso dalla Lombardia nel confronto che si è svolto con i rappresentanti delle altre regioni d’Italia, preparando un accordo da sottoporre ai ministri, per fronteggiare la seconda ondata di Covid-19, che sta imperversando nel Paese.
Dal canto suo, Fontana ha rassicurato che la Lombardia è pronta sotto il profilo sanitario ad accogliere le emergenze, come lo sono i presidi ospedalieri. Che si cerchino alternative ad una serrata, per tutelare le attività che non si possono fermare, agendo nel rispetto dei protocolli di sicurezza già stabiliti.
Didattica a distanza, ingressi scaglionati nelle scuole, smart working incentivato negli uffici pubblici come nel privato, controlli sui mezzi pubblici ed altri provvedimenti locali, purché non si fermi l’economia.
La Lombardia è tra le regioni più colpite, e Milano la città che riporta il maggior numero di contagi, ma può reggere, soprattutto grazie ad una macchina organizzativa ospedaliera già incrementata nelle ultime settimane.
Questa mattina, domenica 18 ottobre, si terrà l’incontro tra il Governo e le Regioni, ANCI e UPI, sulle misure per contenere l’epidemia. In serata il premier Giuseppe Conte potrebbe già comunicare le novità del nuovo DPCM.