Si è spento a Milano dopo una lunga malattia, all’età di 82 anni, il giornalista e scrittore Roberto Gervaso. Uomo di fine cultura e dalla vivace ironia, sempre elegante con il suo immancabile papillon di cui aveva fatto un tratto distintivo.
Romano, classe 1937, Gervaso inizia la sua carriera nel 1960 al Corriere della Sera, presentato dall’amico e collega Indro Montanelli, in seguito otterrà il trasferimento a Roma, dove proseguirà il suo lunghissimo percorso professionale.
Tra gli anni Sessanta e Settanta firma con Montanelli, sei volumi (dal 3º all’8º) di “Storia d’Italia”, opera storica del popolare collega toscano, acquisendo così grande notorietà.
Negli anni settanta lascerà il Corriere della Sera per collaborazioni con altre prestigiose testate nazionali come Il Mattino, Il Messaggero, Il Gazzettino ma soprattutto saranno la radio e la televisione a farlo amare dal grande pubblico che ne ha seguito le note rubriche nella “Domenica in” condotta da Pippo Baudo nel 1980 e successivamente in “Buona Domenica” condotta da Corrado nel 1984.
Dal 1996 al 2006 ha condotto su Rete 4 il programma “Peste e Corna e… Gocce di storia” dando prova di essere fine conoscitore del panorama politico, che ha raccontato con grande professionalità ironia di cui era dotatissimo.
Fu anche autore di numerose biografie tra le quali la più famosa, la biografia del Conte di Cagliostro edita da Rizzoli gli valse nel 1973 il premio Bancarella, bissando così il successo ottenuto nel 1967 con “L’Italia dei Comuni”.
Ma era nei titoli dei suoi libri dedicati al rapporto di coppia dove spiccava, soprattutto, la sua vena ironica con pubblicazioni come “La vita è troppo bella per viverla in due – (breve corso di educazione cinica)” e “L’amore è eterno finché dura”.
Una penna raffinata e divertente sempre elegante, spesso impossibile non apprezzare fino in fondo.
S. R.