L’indignazione è tanta, come del resto ogni volta che il verde attorno ai Comuni dell’Alto Milanese è minacciato dall’azione dell’uomo, da parte di Legambiente circolo di Canegrate, che in questi giorni denuncia la presenza di manufatti non autorizzati all’interno del Parco del Roccolo. Costruzioni di fatto abusive che, se nella sostanza potrebbero anche non risultare scomode per nessuno dei visitatori del parco, sotto il profilo ambientale e di principio non hanno ragione d’essere.
Più precisamente, come rilevato durante un soprallugo all’interno del noto parco sovracomunale cui afferiscono i Comuni di Arluno, Busto Garolfo, Canegrate (ente locale capofila), Casorezzo, Nerviano e Parabiago, oltre le aree coltivate, quindi all’interno di quelle boschive c’è chi “si allarga”, sistemandovi panchine e tavolini, realizzando presepi e Vie Crucis (questi ultimi manufatti sono stati “magicamente” recentemente rimossi), ed altre suppellettili di ispirazione religiosa che di fatto deturpano e minacciano la salubrità della riserva.
“Noi siamo per la piena fruibilità del Parco del Roccolo. Abbiamo sempre creduto nella sua bellezza e nell’importanza che le persone, le famiglie, lo vivano e ne godano per le sue peculiarità: gli ampi spazi, il verde, il silenzio lontano dalle strade, i sentieri tra gli arbusti. Ma in tanti non lo rispettano, o meglio, non rispettano le regole del parco che vietano la costruzione di casette al suo interno, o la posa di arredi da parte di privati. Perchè allora è possibile realizzarvi una Via Crucis o mantenervi una lapide, come quelle che ci sono al cimitero?”, si domanda Cristina Venturini, presidente di Legambiente Canegrate, insieme al socio storico del circolo Danillo Fuso.
Il parco sarebbe meglio fruibile ed attrattivo con la creazione di aree per la sosta, attrezzate ad esempio con delle panchine, perchè no, ma in maniera diffusa e regolata dall’ente Parco. Sì agli spazi per l’accoglienza di tutti, no alle aree che diventano club privati.
In molti conoscono l’angolo del Roccolo dedicato alla sua Madonnina: perchè è diventato una sorta di santuario posto su un mucchio di pietre, con fotografie, ex voto, lumini, corone per il rosario ed altri oggetti votivi, nonchè ricoperto di mazzi di fiori di plastica? Brutto, brutto davvero. La vocazione del Parco del Roccolo, che è prima di tutto agricolo, dovrebbe essere accogliere più visitatori possibile che lo amino per i suoi spazi e i suoi sentieri, per compiervi passeggiate o giri in bicicletta senza incontrare attrezzature estranee al verde.
Legambiente ha già chiesto aiuto al Comune ed anche le GEV, le Guardie Ecologiche Volontarie, sono al corrente di come stanno le cose, limitandosi però, a quanto sembra, a raccogliere le segnalazioni senza darvi un seguito concreto.