Città dei servizi alla persona, del benessere, città umana e sociale, città quale area di servizi anche per le imprese, con un occhio al produttivo e al manifatturiero, perché “ci vogliono idee oltre agli atti obbligatori”. E poi investimenti, un marketing superiore, una valutazione sovracomunale, insomma tanti suggerimenti che però non hanno trovato favore a Legnano.
Sei serate di Consiglio comunale hanno portato sere fa all’approvazione della variante al Pgt, illustrata dall’assessore all’Urbanistica Antonio Ferrè.
Approvazione da parte della maggioranza consiliare: con 14 voti, ma anche con 9 contrari, quelli delle forze di minoranza, che avevano presentato 167 emendamenti, accolti 9.
E sono proprio alcuni di loro che, all’indomani, della serata conclusiva del lungo dibattito sulla variante, tornano sulla questione, sul Pgt, sulle scelte dell’Amministrazione e su come è si svolto il Consiglio comunale “maratona” d’autunno.
Marinella Saitta (M5S), Stefano Quaglia e Tiziana Colombo (Insieme per Legnano) e Giuseppe Marazzini (Sinistra Legnanese) insistono sull’occasione perduta, a loro avviso, da parte degli Amministratori di gettare le basi vere di un cambiamento, che per Legnano avrebbe potuto definirne il futuro.
In questo “day after” dell’approvazione tante sono le considerazioni, le riflessioni su quanto è stato presentato e discusso, ma soprattutto tanta è la delusione.
“Speravo che fosse riproposta l’idea di città del 2011, in adozione del primo Pgt, mirata a cercare un ruolo ed un’identità per Legnano, una fisionomia. Di quell’atto non è stato recepito nulla ed è un vero peccato. Scelte ingessate, senza decisioni, un Pgt “liberi tutti”. E poi, presentano la variante a sei mesi dalla scadenza del mandato? Rimane come una bomba inesplosa. Sono avvilito, ho visto tanto astio in Consiglio comunale, qualcosa che definirei una sorta di bullismo istituzionale. Noi della minoranza volevamo soltanto confrontarci”, ha detto Quaglia.
“Abbiamo avuto parecchie difficoltà a capire il Pgt e nessuno ci è venuto incontro. E’ stato come se facessero apposta a non farci capire i passaggi tecnici”, ha commentato Saitta.
“Questo Pgt lascia spazio alla negoziazione; la flessibilità è un’altra cosa. Questo Pgt è un modello da supermercato dell’urbanistica”, ha ironizzato Marazzini.